Da una parte la sentenza del Tar della Lombardia, che ha accolto il ricorso presentato da genitori e studenti delle scuole superiori riuniti nel comitato “A Scuola” e ha, di conseguenza, sospeso l’efficacia dell’ordinanza della Regione che proroga la didattica a distanza al 100% per tutti gli studenti lombardi fino al 25 gennaio.Dall’altra l’ombra della zona rossa, che potrebbe calare sulla Lombardia stessa, oltre che su altre regioni, con il nuovo Dpcm atteso a breve. Zona rossa significa infatti didattica a distanza totale per licei e istituti tecnici.
All’indomani della sentenza il governatore Attilio Fontana ha incontrato il prefetto di Milano Renato Saccone, che, insieme alla direttrice dell’Ufficio scolastico regionale Augusta Celada, ha inviato una lettera al presidente del Tar spiegando che la didattica al 50% in Lombardia, considerati i tempi minimi insopprimibili per dare attuazione al decreto, potrebbe partire lunedì 18 gennaio.
Fontana e Saccone, inoltre, sono tornati sugli aspetti della riapertura delle scuole in sicurezza, ovvero del trasporto pubblico locale e dei servizi ausiliari legati alla ripresa, come ad esempio la vigilanza delle forze ordine sugli assembramenti in entrata e uscita. Infatti, come hanno riportato anche i giudici amministrativi, il rischio è prevalentemente fuori dalle aule: “Il pericolo che l’ordinanza vuole fronteggiare non è legato alla didattica in presenza in sé e per sé considerata, ma al rischio di assembramenti correlati agli spostamenti degli studenti”.