È uscito “Spiriti di pietra”, volume che racchiude un nuovo studio del Professor Emmanuel Anati sull’arte preistorica, per le edizioni Atelier.

Lo studioso 92enne, archeologo e antropologo, legato da decenni alla Vallecamonica e fondatore nel 1964 del Centro Camuno di Studi Preistorici di Capo di Ponte, con nuovi metodi di analisi di antropologia concettuale giunge alla sorprendente rivelazione che già 5000 anni fa, assai prima del politeismo dell’Olimpo Greco-romano, era presente un culto monoteistico nel cuore dell’Europa, in Vallecamonica e nelle Valli circostanti.

In questa zona delle Alpi, tra il periodo Calcolitico e l’antica età del Bronzo, lo spirito ancestrale si trasforma, nasce lo spirito del cielo e della terra, afferma Anati nel suo volume che ha come sottotitolo “Menhir, statue menhir e altre immagini dell’invisibile”.

L’iconografia delle statue menhir e delle composizioni monumentali della Vallecamonica sembra segnare l’embrione di una svolta concettuale che avrebbe dominato l’Europa per millenni: dal culto dell’anima dello spirito ancestrale, nasce il concetto di divinità. Dal 3500 al 2000 a. C., lo sviluppo della metallurgia porta fermento, economico e culturale e, per la prima volta, le incisioni su pietra parlano di un essere soprannaturale, signore del cielo e della terra.

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