La nostra provincia ha il 16% di comuni ad alto rischio spopolamento. E nell’elenco ci sono anche diversi paesi camuni: Paisco Loveno, Saviore, ma anche Cevo, Incudine e Vione. Tutti piccoli borghi che contano poche centinaia di abitanti.

Per Paisco Loveno (foto) si è passati, numeri alla mano, da 249 abitanti del 1 gennaio 2002 a 172 abitanti del 1 gennaio 2023, con un calo del 31% della popolazione residente. Registrato, a fine 2023, un ulteriore saldo negativo di 5 abitanti. Stessa percentuale per Saviore dell’Adamello, che ha visto il paese e le sue frazioni passare da 1.155 a 795 residenti, che sono scesi a 788 a dicembre.

A Cevo in 20 anni c’è stato un calo demografico del 24% (da 445 a 338 residenti), poco meno a Incudine: 23%, essendo passato da 447 a 343 anime. Piuttosto rilevante il saldo negativo dell’ultimo anno: – 15 residenti. Un altro paese dell’alta Valle che vede un calo notevole è Vione, ridotto a 623 abitanti rispetto ai 754 del 2002 (-17%). Soffrono anche Paspardo – passato da 672 a 579 residenti (-14%), Lozio, che ha 352 abitanti, contro i 402 di 20 anni prima (-12%), e Monno, la cui demografia è scesa del 12%, arrivando a 512 cittadini.

Malonno paga il prezzo di avere tante piccole frazioni montane dislocate: passa dai 3.321 abitanti del 2002 ai 3.005 del 2023, con un calo del 10% esatto. Nell’ultimo anno ha pure registrato un saldo negativo di 30 residenti. Non va meglio a Cimbergo, che si restringe da 574 a 533 residenti (-7%) e a Ponte di Legno, che è passato a 1.739 residenti, rispetto ai 1.867 di inizio millennio.

I numeri e le percentuali sono stati elaborati da un recente studio di PoliS-Lombardia basato su cinque indicatori: densità abitativa, tasso di crescita naturale, tasso migratorio totale (che dimostra l’attrattività di un comune), indice di vecchiaia e percentuale di popolazione in età attiva.

I ricercatori spiegano che, per quanto riguarda la nostra realtà, si tratta in generale di comuni a bassa densità demografica, in cui nello scorso decennio è stato registrato un tasso di crescita naturale medio annuo fortemente negativo e un tasso migratorio medio annuo anch’esso negativo. Gli amministratori devono fare la loro parte, con servizi o agevolazioni, per attirare nuovi abitanti, soprattutto giovani coppie, e far rimanere i residenti.

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