Il nuovo ministro della Transizione Ecologica Gilberto Pichetto Fratin ha già ricevuto la lettera dell’assessore regionale lombardo all’agricoltura, il bresciano Fabio Rolfi, affinchè venga rivisto il decreto del 20 aprile 2020 che sancisce lo stop all’immissione di specie ittiche considerate alloctone.

La Lombardia infatti da tempo avanza richiesta di garantire un’adeguata gestione di trote e coregoni anche mediante immissioni di fauna ittica. Rolfi ha ribadito al ministro che a suo parere non si possono considerare alloctoni la trota e il coregone che sono presenti nelle acque lombarde da secoli. Secondo l’assessore così facendo si sta creando un danno enorme sia alla pesca professionale lombarda, che si basa prevalentemente sul prelievo di coregone lavarello, che alla pesca dilettantistica, per la quale il prelievo della trota genera un indotto economico rilevante e coinvolge svariate decine di migliaia di appassionati.

Senza dimenticare che la Lombardia ha investito negli anni milioni per un sistema di riproduzione tramite incubatoi che questo provvedimento rischia di smantellare, ha anche affermato l’esponente della Lega: “La classificazione ministeriale del 2021 ha determinato in Lombardia il divieto all’uso ittiogenico del lavarello e delle trote, causando pesanti danni ad un comparto già in fase regressiva, gravato dalle conseguenze della pandemia e dalla crisi economica, nonché a tutto l’indotto della pesca, anche dilettantistica, commercio e ristorazione. In un comparto, quello lombardo nel quale operano 150 imprese della pesca professionale e praticano la pesca sportiva circa 80 mila appassionati”. Rolfi è convinto che serva un netto cambio di atteggiamento ministeriale, più improntato al pragmatismo e alla consapevolezza delle ricadute economiche e sociali.

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