“Non mi spiace affatto, non si poteva andare avanti così con continue discussioni”: sono state queste le prime parole di Giuseppe Pasina, ormai ex sindaco di Temù, dopo il voto con cui in tarda serata giovedì scorso è stata votata la mozione di sfiducia nei suoi confronti che, di fatto, porta il Comune dell’Alta Valle al commissariamento.

“Non c’era alternativa”, ha aggiunto, “ogni Giunta si deliberava e il giorno dopo si doveva cambiare perché qualcuno dava l’input dall’esterno”. L’epilogo della vicenda è giunto con il voto di quattro consiglieri di maggioranza (Daniela Longhi, Alberto Cattaneo, Attilio Marone e Andrea Lamorgesa) e due di minoranza (Maurizio e Ottavio Zani), ma è da segnalare anche la decisione di Fabio Fogliaresi, capogruppo di minoranza, di lasciare l’aula al momento del voto.

“[Il commissariamento] avverrebbe nel bel mezzo della stagione invernale, la più rilevante per il nostro comparto turistico”, ha commentato il capogruppo, “il commissario si troverebbe a dover approvare il bilancio consuntivo del 2023 e, soprattutto, il bilancio di previsione del 2024, aggravando l’immobilismo che da anni attanaglia il nostro Comune”.

Motivi per cui Fogliaresi ha preferito non partecipare al voto, chiedendo a chi ha sostenuto Pasina di farsi “carico anche di porre fine al suo mandato. Andarsene significa non assumersi fino in fondo le proprie responsabilità di fronte ai cittadini che ci hanno democraticamente eletti per amministrazione”. Si andrà al voto a giugno, per le Amministrative che coinvolgeranno anche altri Comuni della Vallecamonica.

Per allora, Pasina promette di formare un “listone anti-Tomasi”, di cui ha definito la politica “poco chiara”. Corrado Tomasi, presente tra il pubblico giovedì sera, sta effettivamente lavorando ad una sua lista. Ma per quello ci sarà tempo: intanto Temù attende il nome del commissario prefettizio che guiderà il paese fino all’estate.

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