Il mese di settembre, quello dei rientri al lavoro ed a scuola, porta uno spiacevole dono a chi è solito spostarsi da casa al lavoro o da casa a scuola e viceversa in treno. A partire da venerdì 1° settembre, infatti, entreranno in vigore le nuove tariffe, stabilite da Palazzo Lombardia e che vedono un aumento dei prezzi per le varie tratte che attraversano la nostra regione, comprese quelle bresciane.
Aumenti che interesseranno anche i pendolari camuni: da venerdì, per una corsa semplice con partenza da Edolo ed arrivo a Brescia (o viceversa) si passerà dagli attuali 9,60 euro a 10 euro tondi, con un aumento di 40 centesimi.
L’aumento sarà invece di un euro (da 32,50 a 33,50 euro) per l’abbonamento settimanale, di 5 euro (da 113 a 118 euro) per il mensile e di 44 euro (da 1.088 a 1.132 euro) per l’annuale, sempre considerata la tratta Edolo-Brescia. L’ennesimo rincaro non va giù ai numerosi viaggiatori anche della linea camuna, che si chiedono come mai, invece di incentivare l’uso del treno mantenendo i prezzi stabili, si ritocchino sempre al rialzo le tariffe.
Per Dario Balotta, responsabile mobilità di Europa Verde, una ragione c’è: “I motivi veri dell’aumento”, dice, “sono dovuti alla gestione inefficiente della manutenzione dei treni e nella disorganizzazione dei turni del personale di bordo di Trenord”.
Secondo Balotta il dito va puntato anche sul progetto del treno ad idrogeno che riguarda la Vallecamonica: “Si passerà da una spesa di 17,5 milioni l’anno per la linea Brescia-Iseo-Edolo ad una di 40,5 milioni l’anno, 23 milioni in più recuperati in parte dall’aumento delle tariffe. I pendolari lombardi dovranno dunque pagare il progetto faraonico e costosissimo dell’idrogeno senza vedersi migliorare la puntualità dei convogli anche se la flotta è stata ringiovanita in questi anni”. Per Balotta questo aumento va in contrasto con le altre regioni europee “che hanno ridotto le tariffe, come a Madrid e Berlino, per rilanciare l’uso dei mezzi pubblici e ridurre l’inquinamento e il traffico delle automobili”.
