In tutta la Provincia di Brescia sono in rallentamento gli arrivi di profughi ucraini. Dopo le prime settimane dallo scoppio della guerra (avvenuto il 24 febbraio scorso) durante cui numerose famiglie -soprattutto donne e bambini- hanno cercato riparo anche nel Bresciano, ora gli spostamenti sembrano essersi rallentati, il che comporta una rimodulazione della gestione dell’emergenza anche da un punto di vista sanitario, con evidente riferimento alla pandemia.

Con la fine della settimana scorsa gli hotspot sanitari dedicati ai profughi ucraini che erano stati attivati a Brescia ed in provincia sono stati chiusi: ora, chi avesse bisogno di sottoporsi a tamponi, vaccini o della tessera sanitaria lo può fare rivolgendosi alle Asst del territorio: l’assistenza sanitaria viene fornita in modo gratuito.

Ad oggi, nella nostra provincia, i profughi ucraini sono 6.797: i dati aggiornati al 13 maggio parlano di 815 persone in carico all’Ats della Montagna, mentre l’Asst della Vallecamonica si è occupata di processare 93 tamponi ad altrettanti profughi, rilevando solo un caso di positività.

Nonostante il calo di arrivi, non si ferma la solidarietà dei camuni verso gli ucraini, grazie soprattutto alle donazioni di farmaci e beni di prima necessità a Domani Zavtra ed all’organizzazione di eventi benefici sul territorio per raccogliere fondi da destinare alle famiglie giunte in Vallecamonica.

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