(Foto di Bresciaoggi)

I volontari sono impegnati senza sosta da giovedì nelle ricerche del corpo di Chiara Lindl nel lago d’Iseo. Oggi l’ultimo giorno, per l’ultimo disperato tentativo di restituire la salma ai genitori per la sepoltura.

Le operazioni sono iniziate alle 7:00 e andranno avanti fino al primo pomeriggio. Sul posto i Volontari del Garda, del Soccorso Sebino e dei sommozzatori di Capriolo, indirizzati nelle ricerche dalle unità cinofile impegnate a fiutare le tracce della giovane tra le acque antistanti Lovere, Costa Volpino e Pisogne.

In questi giorni hanno insistito su un punto vicino alla foce dell’Oglio. Dopo averlo scandagliato con il sonar, i cani torneranno sul posto, per poi lasciare spazio al Rov, il robot subacqueo dotato di telecamere per l’esplorazione dei fondali.

Se anche oggi il robot troverà solamente tronchi e grossi rami, le operazioni verranno sospese definitivamente e Chiara Lindl resterà per sempre sui fondali del lago. Il sindaco di Pisogne, Federico Laini, ha concordato con i genitori della ragazza una zona, lungo un pontile di cemento, in cui poseranno una lapide che ricorderà la 20enne tedesca, con una cerimonia da tenersi il primo settembre, a un anno da quel maledetto incidente.

Chiara, lo ricordiamo, venne sbalzata dal motoscafo su cui era con la sorella e un gruppo di amici partiti dal Camping Eden di Pisogne. Alla guida c’era Carolina Knauff, 23 anni, che diede una accelerata improvvisa che fece cadere in acqua la giovane. Oggi risponde di omicidio colposo. L’inchiesta è ancora aperta sul tavolo del sostituto procuratore Giovanni Tedeschi.

Stando alle testimonianze dei ragazzi che erano sul motoscafo, fu lei, a un certo punto, a prendere i comandi dell’imbarcazione dotata di un motore da duecento cavalli, accelerando in modo tanto brusco da provocare la caduta immediata in acqua di Chiara, che in quel momento si trovava a prua, in uno spazio ristretto. I ragazzi, anziché mantenere la posizione e chiamare i soccorsi, tornarono a riva a chiedere aiuto, un’imprudenza nell’imprudenza che penalizzò l’andamento delle ricerche.

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