La Polizia Provinciale di Bergamo ha scoperto due bracconieri, un operaio di Solto Collina ed un pensionato di Pisogne con attività a Costa Volpino, rei di aver catturato piccoli uccelli con l’uso di reti o trappole per essere utilizzati come richiami vivi nella caccia o consumati.

Per quanto riguarda l’episodio scoperto a Costa Volpino, in un terreno recintato e adibito a coltivazioni orticole, è stato trovato un impianto abusivo per la cattura di piccola avifauna migratoria, costituito da una rete verticale a tramaglio e da diverse trappole a scatto.

In collaborazione con il Corpo intercomunale della Polizia Locale dell’Alto Sebino, la Polizia Provinciale ha identificato il responsabile dell’attività illecita, un residente a Pisogne, appunto. Ha fatto seguito il sequestro della rete, dei mezzi vietati e di un esemplare vivo di pettirosso, liberato dalla Polizia provinciale.

I controlli sulla caccia hanno portato anche denunce per l‘omessa custodia di fucili e per l’uso di mezzi vietati, come i “phonophil” (richiami acustici elettromagnetici) che attirano l’avifauna procurando inutili e antisportive stragi. Va ricordato che per i reati di uccellagione è prevista la sospensione della licenza di caccia per dieci anni con il sequestro immediato di quanto catturato e dei mezzi utilizzati.

“Il presidio del territorio, la protezione dell’ambiente e della fauna e la sicurezza pubblica sono il nostro obiettivo principale”, spiega Matteo Copia, comandante della Polizia Provinciale, “nonostante l’organico limitato, stiamo facendo del nostro meglio per garantire una vigilanza efficace. A tal fine è importante che anche le infrazioni relative all’uccellagione, all’uso di mezzi vietati, all’omessa custodia delle armi da fuoco o al rispetto delle distanze siano perseguiti con determinazione, contribuendo così a garantire la sicurezza pubblica”.

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