“Sono necessarie certo misure tampone che aiutino a superare l’emergenza e diano respiro alle attività economiche e la maggior tranquillità possibile ai cittadini. Ma non dobbiamo perdere di vista l’obiettivo finale, che deve essere quello di infrastrutture adeguate e sicure”. Sulla questione della frana di Lovere e sulle conseguenti ricadute sulla vita dei cittadini e dell’economia del territorio si fa sentire anche FIM CISL, il sindacato dei metalmeccanici della Lucchini RS, che si auspica che i disagi di questi giorni – conseguenti al cedimento di via Paglia – possano servire a far cambiare le strategie e individuare soluzioni di cui si parla da tempo.

“È innegabile che uno dei forti limiti allo sviluppo industriale e manifatturiero del Sebino Bergamasco sia sempre stata la viabilità, con una strada, la statale 42 verso Bergamo, sempre troppo trafficata e lontana dalla realizzazione di varianti che la possano in qualche modo velocizzare, e un’altra, la rivierasca che arriva a Sarnico, continuamente soggetta a frane e smottamenti. Ci vogliono investimenti seri.” Chiede Luca Tonelli, operatore sindacale della FIM-CISL di Bergamo.

Il sindacato, pur consapevole che non sia di facile realizzazione, avanza una proposta non nuova: lo sviluppo di un polo intermodale con il quale agevolare lo scambio merci rotaie-gomme nell’area tra Costa Volpino e Pisogne, che permetterebbe di decongestionare il traffico e recuperare produttività e competitività per le imprese.

Di questa idea, FIM CISL si fece promotrice già in un convegno del 2017, al quale presero parte l’Assessore alle Infrastrutture e Mobilità della Regione, la Commissione Attività produttive e occupazionali, i sindaci della zona di allora, con i rappresentanti delle principali aziende del territorio: “Crediamo ancora che sia necessario istituire un tavolo istituzionale permanente composto dalle parti sociali, dalla Comunità Montana, le istituzioni provinciali e regionali ed i Sindaci del territorio con lo scopo di sostenere sul piano politico e finanziario un progetto di sviluppo territoriale, al fine di traguardare con maggiori certezze il Sebino bergamasco in un futuro che senza alternative rimane troppo complesso”.

Ruben Regoli, rappresentante Sindacale FIM-CISL Lucchini Rs, aggiunge: “Dal nostro punto di vista riteniamo che la questione vada affrontata nell’ottica di trovare equilibrio tra le parti, cittadini di Lovere e Castro, lavoratori della Lucchini e delle aziende isolate per il mantenimento delle produttività, lasciando fuori dalla questione le argomentazioni di carattere politico. Crediamo che la tutela dei lavoratori in una situazione come quella venutasi a creare non passi solo dall’alleggerire le difficoltà a raggiungere il luogo di lavoro, ma anche dalla continuità produttiva delle aziende, a partire dalla Lucchini. Occorre tenere in considerazione non solo i lavoratori interni ed esterni del sito di Lovere, ma l’intero indotto che impatta sull’economia territoriale”.

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