Si avvicina la festa dei lavoratori, mentre è appena trascorsa la Giornata mondiale della sicurezza e della salute sul lavoro. Se il Vescovo celebrerà la Santa Messa del Primo maggio presso l’azienda Dall’Era di Sabbio Chiese, in Vallecamonica ci sarà il Cardinale Giovanni Battista Re, che celebrerà con i sacerdoti della zona la Santa Messa del Primo Maggio nello stabilimento di Apave CPM, situato in via Artigiani, 63 a Bienno alle 11:00.

Nell’attesa, le Acli bresciane hanno diffuso una riflessione sul lavoro e sul suo “valore fondativo del vivere individuale e comunitario”.

Fondata sul lavoro: così l’articolo 1 della Costituzione definisce la nostra Repubblica democratica, individuando nel lavoro il valore condiviso che meglio garantisce il pieno riconoscimento della dignità umana e della sua dimensione sociale. Come sottolineano i vescovi italiani nel messaggio in occasione di questo Primo maggio, il lavoro ha anche un profondo significato spirituale, perché ognuno, attraverso il proprio lavoro, partecipa alla grande opera divina del prendersi cura dell’umanità e del Creato”, leggiamo nella nota.

“La realtà concreta del mondo del lavoro, troppo spesso dura, iniqua e drammatica, ci richiede oggi un’urgente riassunzione di responsabilità in ordine al principio fondante del lavoro – commenta Pierangelo Milesi, presidente delle Acli provinciali – il fenomeno della disoccupazione, del lavoro povero o, addirittura, del lavoro che uccide, infatti, lede la dignità della persona, lacera il tessuto sociale, erode la partecipazione alla vita civile, democratica e politica del Paese”.

Si tocca poi l’argomento della differenza di genere: in Italia il tasso di occupazione femminile è di circa il 14% più basso della media europea (il dato bresciano è del 15,3%, poco al di sopra della media lombarda, al 14.8%) e la differenza tra salario percepito da donne e uomini è pari al 43%, con una media europea del 36%.

 “Il lavoro nobilita, ma nella realtà concreta è spesso contrassegnato da caratteristiche negative: precario, privato dei diritti, senza dignità, povero, pericoloso – valuta Fabrizio Molteni, vicepresidente delle Acli provinciali, responsabile area lavoro. Come Acli, realtà che nel suo nome rimanda alla fedeltà a chi lavora, ci rifiutiamo di associare al lavoro a queste parole”.

“Prenderci cura del lavoro è atto di carità politica e di democrazia” conclude la nota delle Acli. “Il parametro di misurazione di una democrazia compiuta consiste infatti proprio nel pieno riconoscimento del valore del lavoro, che sia libero, creativo, partecipativo e solidale”.

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