Il referendum sul ponte tibetano a Vezza d’Oglio si fa sempre più vicino. Sabato scorso il comitato Vezza Sostenibile, che sta lavorando affinché l’opera non sia realizzata, ha consegnato in Municipio oltre trecento firme, necessarie per chiedere che sia indetta una consultazione popolare dal Comune.

“E’ la prima volta che in Alta Valle gli abitanti di un Comune si mobilitano per darsi voce”, scrive il Comitato in un comunicato stampa. Mentre il Comune deve verificare che le firme raccolte siano valide, Vezza Sostenibile fa due conti: perché il referendum sia valido, dovrà votare almeno il 50% più uno degli aventi diritto a Vezza d’Oglio, compresi i residenti all’estero, che sono 373. Questo vuol dire che dovranno votare almeno 800 persone.

Il Comitato, poi, rilancia criticando le recenti dichiarazioni di Diego Occhi, sindaco del paese, che aveva contestato il possibile referendum ed i suoi costi: “per fare della montagna un luna park”, si legge, “non badiamo a spese, mentre per consentire ai cittadini di esprimere il loro parere spiace prendere i loro soldi”.

Per evitare una spesa di questo genere, per il Comitato l’unica soluzione da parte del Comune sarebbe quella di deliberare che il ponte non sarà fatto, utilizzando i soldi del referendum e del ponte stesso per altri lavori pubblici: tra le proposte fatte, la sistemazione dei sentieri, degli acquedotti, del cimitero e della mobilità sostenibile.

La questione ha fatto mobilitare anche alcuni turisti che trascorrono le vacanze a Vezza d’Oglio, sia proprietari di seconde case che non, che hanno lanciato una petizione anche loro contro il ponte. Ora la palla passa al Comune, sul da farsi.

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