Manca meno di una settimana all’atteso appuntamento di Vezza d’Oglio in cui i residenti saranno chiamati a votare per la realizzazione o meno del discusso ponte tibetano (o “Passerelle delle aquile”, come il Comune vorrebbe che si chiamasse).

Domenica prossima, 25 giugno 2023, i vezzesi dovranno decidere su un’opera pubblica inserita già nel programma elettorale di Diego Occhi, sindaco del paese, quando si candidò a primo cittadino, ma che solo negli ultimi mesi ha incontrato un’opposizione non indifferente da parte di un comitato spontaneo di cittadini che, sotto il nome di “Vezza sostenibile”, ha dato il via ad una campagna di firme per indire il referendum.

Entrambe le fazioni in queste settimane stanno portando avanti le proprie idee ed illustrandole ai residenti: da una parte, “Vezza Sostenibile” chiede che l’opera non sia realizzata perché andrebbe a rovinare il paesaggio della Val Grande in cui dovrebbe essere collocata, e consiglia di utilizzare i due milioni di euro previsti per il ponte per la cura del territorio.

Dall’altra, l’Amministrazione Comunale si dice convinta della bontà del progetto e delle opportunità che porterrebbe a Vezza d’Oglio in termini di turismo. Il confronto, insomma, è più aperto che mai, ma anche lo stesso progetto, a prescindere dall’esito del referedum: al momento infatti è stato solo commissionato lo studio di fattibilità, il che vuol dire che prima della sua eventuale realizzazione dovrà ancora passare del tempo. Intanto, però, con il referendum si farà chiarezza su da che parte vogliono stare i vezzesi.

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