“La Comunità di Corteno, la Vallecamonica, la provincia di Brescia, dimostreranno anche stavolta impegno, solidarietà e caparbietà nel rispettare le regole e insieme usciremo da questo incubo. Ma chiediamo rispetto”. È lo sfogo del sindaco di Corteno Golgi Ilario Sabbadini – che è anche Assessore ai Servizi sociali e innovazione in Comunità Montana e Presidente dell’Azienda Territoriale dei Servizi alla Persona – che prende atto con amarezza delle modalità con cui i sindaci sono stati informati del passaggio alla zona arancione rafforzata.
“Non vogliamo decidere cose che non ci competono” scrive Sabbadini “Ma vogliamo essere ascoltati e informati per tempo”. Inevitabile il confronto con un anno fa: stesso giorno, 23 febbraio, con la differenza che nel 2020 non si sapeva bene a cosa si sarebbe andati incontro. Martedì, 365 giorni dopo, di ordinanze e decisioni ne erano passate a bizzeffe dalle scrivanie dei sindaci.
“Dopo un anno non possiamo essere in balia della confusione e delle decisioni di pancia. Non è più soltanto la sfilata di carnevale” scrive indignato Sabbadini aggiungendo: “Criticavano i sindaci che chiedevano una valutazione a carattere provinciale, e poi nemmeno hanno avuto il coraggio di consultarli quando stavano per decidere quello che chiedevano da tempo”.
Insomma, i primi cittadini, come i dirigenti scolastici e come il resto dei bresciani, hanno saputo all’ultimo dell’introduzione, dalle 18:00 del 23 febbraio, del nuovo provvedimento: “Credo sia un diritto non dover rispondere ai cittadini durante la notte per le cose che possono o non possono fare il giorno dopo, dovendo interpretare decreti ordinanze e disposizioni che anche a noi vengono comunicate all’ultimo minuto” conclude Sabbadini, interpretando il pensiero di molti altri sindaci camuni e bresciani.