Il programma della Santa Crus: dal 25 maggio al 2 giugno Cerveno sarà in fermento

Il programma della Santa Crus: dal 25 maggio al 2 giugno Cerveno sarà in fermento

È stato reso noto il programma della settimana in cui verrà messa in scena la Santa Crus di Cerveno. La rappresentazione sacra dopo 12 anni tornerà domenica 26 maggio alle 14:30 e domenica 2 giugno alle 3 di notte, per godere, in questo caso, di tutta la suggestività delle luci dell’alba.

Il primo appuntamento è in calendario già sabato 25 maggio, alle 16:00, con gli alunni della scuola primaria di Cerveno che presenteranno “Aspettando la Santa Crus”. Alle 18:00 il concerto di musica rinascimentale “Lux aeterna”, con il gruppo musica antica Aima e la corale Ad Libitum in chiesa parrocchiale.

Nel giorno della rappresentazione tutto il paese si mobiliterà: gli attori e i figuranti sono tutti residenti od originari di Cerveno, oltre 130, e il resto del borgo contribuirà alla buona riuscita con la confezione dei costumi, la decorazione delle vie con fiori di carta crespa e l’accoglienza ai vari appuntamenti.

Che sono numerosi: lunedì 27 maggio proiezione del film “Il Vangelo secondo Matteo”, di Pier Paolo Pasolini in piazza della Costituzione, martedì 28 le proposte musicali con gli studenti del liceo Golgi in centro storico, mercoledì 29 concerto degli Eskimo tribute band, giovedì 30 ballo liscio con orchestra e venerdì 31 il disco party con dj Ivan Toloni.

La Casa Museo proporrà per il 1° giugno il convegno “La passione di Cerveno”. Per tutta la settimana rimarrà aperto ai visitatori il Santuario con la Via Crucis appena restaurato. Visitabili anche la Casa Museo e il Caseificio. Non mancheranno i momenti conviviali presso la sede Avis.  

È possibile sostenere il Comitato organizzatore attraverso la raccolta fondi online, promossa sulla piattaforma www.eppela.com/projects/11003, oppure facendo una donazione all’Iban IT47E0569654160000057805X31.

Al via i lavori all’Ospedale di Edolo: ecco il piano di gestione della viabilità e dei parcheggi

Al via i lavori all’Ospedale di Edolo: ecco il piano di gestione della viabilità e dei parcheggi

Annunciati nel dettaglio nei giorni scorsi dalla Direzione strategica dell’Asst di Vallecamonica con il Comune, sono stati avviati questo lunedì, 18 marzo, gli importanti lavori di riqualificazione complessiva dell’Ospedale di Edolo e delle aree limitrofe.

I cantieri, la cui durata prevista è di circa due anni, insisteranno in un’area del paese che ospita numerosi servizi come la RSA Giamboni, la Scuola dell’Infanzia, gli Ambulatori dei medici di base. Per questo, l’Amministrazione comunale, in coordinamento con l’Azienda sanitaria, ha predisposto un piano per la gestione della viabilità e dei parcheggi nelle aree adiacenti l’Ospedale, al fine di ridurre al minimo i disagi per i dipendenti dell’Ospedale, utenti e cittadini residenti in zona.

Tra i principali provvedimenti si segnala che per tutta la durata dei lavori è interdetto l’utilizzo del parcheggio di Piazza Donatori di Sangue, ovvero quello dell’Ospedale. I parcheggi pubblici siti in via S. Maria, quella accanto all’Ospedale, sono soggetti a sosta a tempo limitato, con l’individuazione di parcheggi riservati al personale reperibile e ai disabili. Ciò al fine di garantire l’accesso al presidio e, in particolare, al Pronto Soccorso.

Confermata, per la parte prospiciente Piazza Donatori Di Sangue, la possibilità di sosta consentita a tempo limitato su via Gelpi.

Un passaggio fondamentale è stato quello di individuare un percorso alternativo per assicurare, all’utenza e ai mezzi di emergenza-urgenza, l’accesso al Pronto Soccorso, poiché nel corso del periodo dei lavori è prevista, per un limitato numero di giorni, la chiusura di Via Gelpi nella porzione prospiciente Piazza Donatori di Sangue.

Inoltre, per alleggerire la presenza di veicoli nelle aree di pertinenza dell’Ospedale, è stata rivista la disponibilità dei parcheggi situati nel Piazzale Foro Boario, riservandone una parte per il personale dipendente Asst (con l’eccezione dei giorni e/o periodi di utilizzo per finalità diverse dell’area). Si invitano pertanto gli utenti dell’Ospedale ad usufruire di tale area parcheggio e a prestare attenzione alla segnaletica/cartellonistica apposita predisposta.

L’Asst di Vallecamonica garantisce l’operatività di tutti i servizi attualmente erogati, prevedendone la rimodulazione in modo da non gravare sulle giornate di maggior criticità dal punto di vista del traffico, quale ad esempio il martedì mattina, con la presenza del mercato cittadino.

Per informazioni puntuali e aggiornate si invitano i cittadini a consultare il sito www.asst-valcamonica.it e il Punto Unico di Accesso della Casa di Comunità di Edolo al numero 0364.772586 o tramite e-mail pua@asst-valcamonica.it.

Al Passo del Tonale il Corso nazionale Unità Cinofile da valanga

Al Passo del Tonale il Corso nazionale Unità Cinofile da valanga

In un periodo critico per il rischio valanghe, il Cnsas, Soccorso alpino, ha svolto la 57esima edizione del Borso nazionale delle Unità Cinofile da valanga al Passo del Tonale.

Nella zona di cima Bleis, a circa 2600 metri, per otto giorni si sono radunate una quindicina di Unità Cinofile da valanga provenienti da tutta Italia. Quattro giorni sono stati dedicati alla formazione delle classi A, cioè ai binomi con cani giovani, e gli altri quattro all’operatività di conduttori e cani adulti già formati nelle regioni di appartenenza.

I diversi scenari sono serviti per verificare l’effettiva capacità di ricerca dei tecnici del soccorso e dei loro cani. Sfruttando una massa di neve staccatasi nei giorni scorsi da un pendio, sull’Alpino è stato simulato un evento valanghivo. La parte tecnica prevedeva la ricerca con Artva e sonda, il disseppellimento, comunicazioni radio e utilizzo per gli spostamenti dell’elicottero.

Oltre a ciò, sempre in questi giorni si sono svolti sul ghiacciaio Presena gli esami di ammissione che hanno permesso a 40 giovani di entrare nel Soccorso Alpino Lombardo.

Nella Lovere romana si mangiavano datteri e si viveva anche fino a 90 anni

Nella Lovere romana si mangiavano datteri e si viveva anche fino a 90 anni

Lovere, 16 marzo 2024. La Sala degli Affreschi dell’Accademia Tadini è gremita. Studiosi, appassionati di storia e archeologia, bambini piccoli che trovano spazio tra le braccia di mamme e papà nelle ultime file. Prendiamo posto anche noi, dove ci è possibile. Abbiamo appena spento il registratore per l’intervista alle dottoresse Maria Fortunati e Margherita Bolla, che ora stanno per iniziare la presentazione.

Protagonista di quest’incontro è la recente pubblicazione “La necropoli di età romana di Lovere (BG) – Una comunità sulle sponde del Sebino”. Curata dalla Dott.ssa Fortunati, la pubblicazione conta ben 644 pagine suddivise in 6 sezioni e si avvale del contributo a titolo gratuito di una cinquantina di studiosi. Alcuni di questi sono presenti all’incontro, così come il Sindaco di Lovere Alex Pennacchio, la Dott.ssa Cristina Longhi della Soprintendenza, lo staff della Tadini.

A sinistra la Dott.ssa Maria Fortunati, al centro la Dott.ssa Margherita Bolla

La Dott.ssa Fortunati è stata funzionario archeologo della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Bergamo e Brescia. Dalle sue parole emerge in modo vivido il ricordo dell’ultima delle campagne di scavo, quella tenutasi tra il dicembre 2014 e il mese di giugno 2015. La necropoli di Lovere, sita presso il campo sportivo di via Martinoli – di proprietà della Parrocchia – era già stata oggetto di precedenti campagne, realizzate secondo diversi approcci anche per tenere conto del rischio di crollo del muro di contenimento dell’area. Nell’ultima, infatti, si è scavato in settori limitati, per evitare di esporre una porzione eccessiva e scongiurare così il rischio di cedimento. Un aspetto importante, che, come sottolinea la Dott.ssa Fortunati, consente di mantenere il vincolo sull’area. Ma cos’è emerso da questi scavi?

Breve estratto dall’intervista alla Dott.ssa Maria Fortunati.
Ricostruzione del volto di un giovane abitante di Lovere in età tardo-romana.

La necropoli è suddivisa in 6 recinti e conta 140 tombe: 48 cremazioni e 91 inumazioni. Una sepoltura è presente anche fuori dai recinti. Si sono trovati più resti umani all’interno dello stesso spazio d’inumazione. E qui è importante rendersi conto di come la mano del tempo, nel corso degli ultimi due millenni, abbia contribuito a sparigliare le carte. Il terreno è stato più volte rimaneggiato: si è infatti continuato a seppellire negli stessi recinti, portando ad una frammentarietà di quanto emerso poi durante gli studi.

Studi che hanno goduto del pregio dell’interdisciplinarietà, come più volte sottolineato anche dalla Dott.ssa Margherita Bolla, studiosa di Archeologia, docente, nonché autrice di numerose pubblicazioni sull’Età romana. Un aspetto, quello della collaborazione ravvicinata tra più discipline applicata agli studi archeologici, che fino a qualche tempo fa non era pensabile. Un’evoluzione dell’approccio alla materia.

Breve estratto dall’intervista alla Dott.ssa Margherita Bolla.

L’immagine di Lovere che emerge è così quella di ciò che in gergo si definisce “central place”, dicitura utilizzata anche per centri come Vicenza, tanto per dare l’idea. Abitato a partire dal VI millennio a.C., dalla metà del terzo ha conosciuto la metallurgia. Pochi però i reperti risalenti all’Età del ferro, per i quali lo studio della necropoli si è rivelato a maggior ragione importante. La Lovere romana era in florido collegamento commerciale con molte terre, anche remote, arrivando a godere di un’economia vivace, aperta e fiorente.

Diversi i collegamenti con la Valle Camonica. Nel corso dei secoli, nell’area di Lovere si sono rinvenute due iscrizioni, sul colle di San Maurizio. Una di queste è purtroppo andata perduta, ma dalla trascrizione che se n’è conservata emerge come ambedue fossero dedicate alla dea Minerva. Un tratto importante per tracciare quindi il collegamento con le iscrizioni camune di Breno e Borno. Un legame confermato anche dallo studio dei laterizi e dei bolli utilizzati: tra questi, uno presenta ben tre lettere dell’antico alfabeto camuno. Senza contare le analogie riscontrate negli studi delle ceramiche: una categoria decisamente corposa di reperti.

85 le lucerne rinvenute, a conferma del valore della luce nei rituali funebri. Ad abbondare sono anche i gioielli, come le “lunole”: crescenti lunari utilizzati come amuleti per bambini e ragazze, il cui potere cresceva quando riportavano i volti delle divinità del Sole e della Luna. S’ipotizza che la lavorazione dell’argento avvenisse proprio a Lovere. Presenti anche degli anelli ornati da gemme, una delle quali raffigurante Mercurio. Molti i recipienti in bronzo, dato particolarmente curioso per una necropoli, soprattutto considerando il fatto che alcuni di questi provenivano da altre regioni: un aspetto che ancora una volta è indice di una certa ricchezza. Nelle figure femminili sotto vediamo un’evoluzione dell’utilizzo dei monili attraverso i secoli:

La lista degli oggetti rinvenuti è ancora lunga, ci limitiamo a citare la presenza di reperti in vetro, dadi in bronzo, un pendente giallo con una figura di scorpione dalla valenza protettiva, strumenti in ferro, circa 270 monete. Non mancano gli strumenti di scrittura presso le sepolture femminili, ad indicare come anche sulle sponde sebine le donne di alto livello sociale avessero accesso a questi aspetti della cultura.

Ma ai defunti probabilmente si offriva anche del cibo, oppure erano i parenti a consumarlo durante i riti. Interessante notare come le ossa di animali rivenute appartenessero soprattutto a maiali e galli domestici: nonostante la posizione lacustre, si è riscontrato il solo caso di un pesce.

Nel complesso quindi, studiare in modo ancora più approfondito quest’importante luogo di sepoltura ha permesso di dare risposte anche a domande sulla vita di chi abitava la Lovere di 2000 anni fa. Un aspetto notevole, se si pensa che a Lovere non si sono ancora trovate case di età romana. Gli esperti possono però ora permettersi di avanzare delle ipotesi per quanto riguarda gli scambi commerciali della cittadina, la sua valenza militare ad un certo punto della storia e soprattutto il grado di benessere. Le analisi condotte sulle ossa di 40 sepolture hanno infatti portato alla luce la presenza anche di individui fino ai 90 anni di età. Mentre la Botanica ha individuato i resti di datteri: un tassello in più per ricomporre il puzzle di una comunità che conosceva la ricchezza.

La pubblicazione non verrà messa in commercio, ma sarà distribuita a scuole e biblioteche e resa disponibile gratuitamente sul sito della casa editrice. Edita da SAP Società Archeologica, nasce dalla collaborazione della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le province di Bergamo e Brescia e del Comune di Lovere ed è stata realizzata grazie al patrocinio e al contributo del Consiglio regionale della Lombardia e al contributo del Comune di Lovere. L’opera è dedicata alla memoria di don Gino Angelico Scalzi, Soprintendente a vita dell’Accademia di Belle Arti Tadini e Ispettore Onorario della Soprintendenza e di Filippo Maria Gambari, Soprintendente archeologo della Lombardia.

Le interviste complete alle Dott.sse Maria Fortunati e Margherita Bolla si potranno ascoltare durante la puntata di VocePRESENTE di venerdì 22 marzo, in onda dopo le 10 di mattina. In seguito, il podcast verrà caricato sulla pagina della trasmissione.

Per approfondire e scoprire anche i prossimi eventi dedicati alla Lovere romana:

Lovere romana. Dal “tesoro” alla Necropoli

Lovere Romana, una mostra e due eventi guardando al museo archeologico

Al Museo di Cividate Camuno alcuni reperti dalla necropoli di Lovere

Pagina del sito SAP da cui scaricare gratuitamente il volume

Artogne, pronto il progetto per cambiare look a Piazza Caduti del Lavoro

Artogne, pronto il progetto per cambiare look a Piazza Caduti del Lavoro

Tra i 72 Comuni bresciani che erano stati ammessi un anno fa al bando regionale Rigenerazione urbana, che erogava risorse per realizzare interventi di recupero e sistemazione di edifici pubblici o aree di pubblico interesse, c’era anche Artogne, a cui la Regione aveva assegnato 486mila euro, ai quali il Comune ne deve aggiungere 120mila per coprire l’intera spesa.

Uno dei due cantieri preventivati dall’amministrazione comunale guidata da Barbara Bonicelli è relativo alla frazione Piazze, e ha visto la riqualificazione di alcune vie del centro storico e la costruzione di una tensostruttura attigua alla ex scuola elementare, destinata a ospitare manifestazioni di vario genere.

Il secondo intervento riguarda invece il capoluogo, per rigenerare Piazza Caduti del Lavoro e trasformare il grande spazio antistante la chiesa parrocchiale – di circa 3mila metri quadrati – in un luogo di aggregazione al centro del paese, anziché in un mero parcheggio: è sede del mercato settimanale e vi si affacciano il Municipio, la Biblioteca, la Farmacia e un bar, oltre alla chiesa con la caratteristica scalinata.

Il progetto è pronto e prevede il rifacimento della pavimentazione con pietra di Luserna, la posa di una nuova illuminazione, di alcune panchine e la creazione di uno spazio ludico con acqua e luci. Prevista la ridefinizione degli accessi alla piazza e della viabilità pedonale e veicolare.

I risultati delle partite giocate domenica dai dilettanti camuni

I risultati delle partite giocate domenica dai dilettanti camuni

Il calcio e i risultati delle partite giocate ieri dalle squadre camune dei dilettanti.

Il Darfo Boario affronta a testa alta la prima della classifica Ospitaletto. È l’ex attaccante neroverde Peli a infliggere ai camuni la rete della sconfitta: finisce 1-2. Per la squadra di Cogliandro, che è uscito dal comunale insoddisfatto dall’arbitraggio, la salvezza diretta è ora a 6 punti.

In Prima categoria, mentre il Pianico festeggia la vittoria del campionato, l’Accademia Val Brembana crolla al Santa Giulia, di fronte a un determinato Piancamuno, che chiude 2-1 con i gol di Ndiaye, che pareggia, e Vaira, che al 41esimo incassi tre punti fondamentali in chiave salvezza: i galletti ora sono terz’ultimi in classifica.

In Seconda categoria si registra, finalmente, la prima vittoria stagionale del Bienno: 3-1 contro il Bagnatica. Gheza, Sacristani e Cristinelli gli autori delle reti. L’Eden Esine torna dalla trasferta a Palosco sconfitto 2-1 e scivola al terzo posto della classifica. Bene l’Artogne, con Tosi che infligge un gol a 8 minuti dall’inizio della partita alla Padernese e mantiene il vantaggio fino alla fine, ottenendo 3 punti che lo portano all’ottavo posto.

In Terza era derby tra Nuova Camunia e Sellero Novelle. Si è chiuso con un pareggio 1-1 con i gol di Turconi e Cominelli.