La santità è per persone normali, ma non tiepide: è così questa “Santa innamorata”, protagonista del reading splendidamente interpretato da Lucilla Giagnoni giovedì 1° febbraio presso il Teatro delle Ali di Breno. Protagonista dello spettacolo teatrale – meditativo come commenta l’autrice – è una santa davvero speciale: Gianna Beretta Molla

Del reading “La Santa innamorata” avevamo già parlato qualche giorno fa. Abbiamo deciso di assisterci, per farcene – di persona – un’idea più precisa, incontrando anche la co-autrice e interprete: l’attrice Lucilla Giagnoni.

Abbiamo così avuto modo di scoprire più da vicino la storia di una donna che, abbracciando con grande intensità la vita e compiendo scelte difficili, ha raggiunto la santità. Una santità spesso non compresa e oggetto di fraintendimenti quella di Giovanna Francesca Beretta Molla, ai più nota semplicemente come “Gianna”. La Gianna morta una settimana dopo aver partorito l’ultima figlia. Ma anche la Gianna perdutamente innamorata della propria famiglia e della vita, tanto da saperne cogliere i segni. 

E la capacità di leggere le coincidenze, gli indizi che la vita dissemina lungo il percorso di ognuno di noi, è al centro dello spettacolo. Una trama sottile e pulsante che si staglia in modo netto e luminoso contro la scena, scura. Sul palco prende vita il racconto di una donna e della sua esistenza.

Una persona all’apparenza normale, contraddistinta come tutti noi dalle ansie del quotidiano, persino dalle insicurezze derivate dalla bassa autostima. In scena si delinea il profilo di una donna capace di mettere nero su bianco la propria bellezza interiore, caratterizzata da una forte capacità di viversi in modo intenso, mai tiepido. 

“Vedo una società di tiepidi, se non peggio schiavi”. Questo il commento della Giagnoni, quando le abbiamo chiesto come un reading dal taglio così mistico possa venire recepito in una società all’apparenza arida. Alla descrizione del mondo in cui siamo immersi, sempre più presi dalla tecnologia, è seguito un augurio per il futuro.

Una visione contrapposta alla prima, che tiene conto della sempre maggiore accessibilità a fonti di bellezza, come la poesia e il teatro. “Se non distruggiamo il mondo prima, ho abbastanza convinzione che il destino degli esseri umani sia conoscere la materia per la sua essenza, diventando puro spirito.”

E a pensarci bene anche la capacità di parlare di futuro è prerogativa di chi coglie il valore della santità. O dell’amore, che nello spettacolo, come approfondito poi nel corso della nostra intervista, abbiamo scoperto essere profondamente legato alla santità.

Una condizione dell’essere umano data dal compimento della sua personale, individuale missione. Una sfida con sé stessi e con il mondo, che a ben vedere siamo tutti chiamati a vincere, o perlomeno ad affrontare. Sempre calandoci nella nostra quotidianità, che può essere fortemente normale, un po’ come nel caso di Santa Gianna Beretta Molla. 

“Il santo è colui che si è fatto più povero di tutto per diventare immenso”, ci confida a un certo punto Lucilla. Parole grandi, che necessitano di venire calate nella realtà pratica del contesto di ognuno di noi. E il cui significato ci è possibile cogliere solo cercando di non essere tiepidi, ma di vivere con intensità ciò che siamo chiami ad essere.

Ognuno a modo suo. Anche da madri, mogli, dottoresse. O semplicemente persone autentiche, pronte a riconoscere e a seguire la propria vocazione. “L’amore è vocazione. È la cosa con cui nasciamo. E il gioco della vita sta proprio nel fatto di scoprire di cosa si tratti.”

L’intervista completa a Lucilla Giagnoni verrà trasmessa venerdì 9 febbraio alle ore 10:00, durante la prima puntata di “VocePRESENTE”, la nuova trasmissione di Radio Voce Camuna. Un nuovo programma di interviste in esterno, a cura di Sandra Simonetti. Per chi non si potesse sintonizzare nel corso della messa in onda, l’audio potrà essere ascoltato anche dalla nuova pagina del programma, a breve sul sito della radio.

[Di Sandra Simonetti]

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