Basta fare una passeggiata tra le campagne ed i sentieri per accorgersi che la Vallecamonica è ricchissima di santelle, sacelli e dipinti murali: un vero e proprio patrimonio storico, artistico e culturale che non va affatto sottovalutato e che testimonia una tradizione religiosa e sociale che merita il giusto valore, a differenza di quanto accaduto negli anni passati, con numerose opere abbandonate all’incuria ed al degrado.

La Comunità Montana ha deciso di invertire la rotta, promuovendo un progetto dedicato proprio alle santelle del territorio, nell’ambito del Piano Integrato per la Cultura “Costruire valore” finanziato dalla Regione Lombardia.

Un progetto promosso dall’Assessorato alla Cultura e che ha potuto vantare la collaborazione di importanti professionisti del settore, come Virtus Zallot, storica dell’arte; Giordano Cavagnini, restauratore; Attilio Cristini, architetto; Pietro Castelnovi, ingegnere e Francesco Inversini, storico locale.

Sono loro ad aver composto il Comitato scientifico di progetto, cui è andata la gestione delle varie fasi progettuali e attuative. Dopo una prima fase di catalogazione e schedatura dei più rilevanti manufatti presenti in Bassa Vallecamonica con l’aiuto di un gruppo di giovani ricercatori locali, sono state selezionate, secondo criteri di rilevanza, urgenza e opportunità, sei santelle, sottoposte a dei piccoli interventi “esemplari” di restauro e conservazione per mano di alcuni esperti, per fermare l’avanzamento del deterioramento.

In seguito, Francesco Inversini ha completato il quadro del censimento dei manufatti, proseguendo in media e Alta Valle, da Braone a Corteno Golgi, fino a Pontedilegno. Uno sforzo che si è tradotto nella pubblicazione del volume “Santelle, edicole e dipinti murali della media e Alta Vallecamonica”, contenente la storia di affreschi, dipinti e monumenti disseminati in tutta la Valle.

Per presentare il volume e più in generale gli esiti del progetto, il 4 maggio alle ore 10:00 al Palazzo della Cultura di Breno si terrà un convegno, con i responsabili scientifici, ma anche esperti di settore, amministratori locali e rappresentanti di associazioni.

“E’ stato un progetto ambizioso”, ha commentato Massimo Maugeri, assessore alla Cultura, “che, con la collaborazione di tanti esperti, ha avviato un metodo per il recupero e la valorizzazione dell’intero patrimonio culturale della Valle dei Segni, ponendo l’accento su un patrimonio ‘nascosto’, quasi dimenticato. L’obiettivo è sempre quello di prendere coscienza della grande rilevanza di questa eredità culturale che può diventare una risorsa per il territorio, di cui siamo chiamati ad essere custodi attivi”.

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