Le storie di due camuni si intrecciano in questi giorni, a 100 anni dalla loro nascita, in cui, circondati dall’affetto dei figli e dei nipoti raggiungono quasi contemporaneamente il secolo di vita: Rocco Ramus il 28 marzo, Mario Tognoli il 29 marzo. Uno di Mù di Edolo, l’altro di Galleno di Corteno. Due giovani che combatterono per la libertà e che non trascorsero una giovinezza spensierata. Entrambi avevano 20 anni, in quel lontano 1943 quando vennero catturati dai tedeschi dopo l’armistizio.

Rocco Ramus durante la Seconda guerra mondiale venne chiamato alle armi e inquadrato nel corpo degli alpini, ma un disguido burocratico, all’ultimo venne inviato a presidiare il confine con la Francia nel reparto di fanteria. Dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943 fu catturato dai tedeschi, destinato ai lavori forzati in un campo in Germania, ma al passo del Brennero riuscì a fuggire dal treno e tornò a Edolo a piedi. Qualche settimana dopo fu fatto nuovamente prigioniero dai fascisti della Legione Tagliamento che presidiavano il territorio dell’alta Valle. Rocco si liberò ben presto saltando da una finestra e raggiunse le Fiamme Verdi, prima nella Val Brandet di Corteno, poi sul Mortirolo. Finita la guerra sposò Celestina Perlotti ed ebbero 8 figli, 7 tutt’ora viventi. Celestina se n’è andata due anni fa, dopo 74 anni con Rocco. Oggi la figlia Stefania lo accudisce a Brescia, ma Edolo resta nel suo cuore.

Ramus con parte della famiglia (foto Bresciaoggi)

Mario Tognoli è il cittadino più anziano di Corteno Golgi, e ha celebrato il centesimo compleanno già lo scorso fine settimana, circondato dall’affetto dei familiari e raggiunto anche dal sindaco Sabbadini e dal Gruppo alpini del paese, che l’hanno omaggiato del vessillo sezionale dell’Ana di Valcamonica, di quelli delle Fiamme verdi e dell’Anei. Durante il secondo conflitto mondiale, il neo centenario venne inquadrato nel corpo dei fanti di montagna, nel quinto Battaglione Edolo. Ha combattuto sul fronte greco-albanese e anche lui qualche giorno dopo l’8 settembre fu catturato dai tedeschi a Bressanone. Fu internato in un lager nella Prussia orientale, al confine con la Polonia. Riuscì a far ritorno in Italia solo nel settembre del 1945. Anni dopo si sposò con Margherita Meotti, e insieme hanno avuto 4 figli.  

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