Uniti per chiedere che le Province riottengano quell’autonomia che la riforma Delrio ha tolto loro.

Sono 1.038 i Comuni lombardi, di cui 147 bresciani, che hanno aderito all’Ordine del giorno steso dall’Unione Province Italiane per restituire a questi Enti quella forza e soprattutto quei fondi di cui sono stati privati da qualche anno.

La riforma Delrio di cinque anni fa ha di fatto trasformato le Province in enti di secondo livello, eliminando l’elezione diretta del Presidente e del Consiglio, ma tagliando anche le competenze, il personale e le risorse. Il referendum costituzionale del 2016 avrebbe dovuto eliminarle del tutto, ma la sua bocciatura ha collocato le Province in una situazione di stallo, regolate da una legge transitoria.

La spesa destinata a loro, però, è calata: dai 10,3 miliardi di euro del 2013 ai 6,4 miliardi del 2018. Le Province, così, hanno avuto sempre più difficoltà nel gestire le situazioni di loro competenza, come la manutenzione di alcune strade e delle scuole e la gestione del trasporto pubblico.

Da qui, la stesura di una revisione della riforma, preparata dell’Unione Province Italiane e che sarà presentata al Governo: in particolare, è chiesta maggiore chiarezza nelle funzioni, organi politici riconosciuti e legittimati, piena funzionalità della macchina organizzativa ed autonomia finanziaria.

Come detto, sono 147 su 205 i Comuni bresciani che hanno firmato il documento: la città di Brescia non compare tra questi, ma Emilio Del Bono, sindaco della città, si è detto pronto a sostenere la richiesta.

In Vallecamonica e sul lago d’Iseo, i Comuni che hanno aderito sono 31: Berzo Demo, Berzo Inferiore, Borno, Braone, Breno, Cedegolo, Cerveno, Ceto, Cevo, Corteno Golgi, Darfo Boario Terme, Edolo, Gianico, Incudine, Iseo, Lozio, Malegno, Malonno, Marone, Monno, Monte Isola, Ono San Pietro, Paisco Loveno, Pian Camuno, Piancogno, Pontedilegno, Saviore dell’Adamello, Sellero, Sonico, Sulzano e Vione.

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