Bandita l’asta per la cessione della srl Montecampione Ski area

Bandita l’asta per la cessione della srl Montecampione Ski area

È stata bandita l’asta per la cessione della srl Montecampione Ski area. La società, che è in liquidazione giudiziale dal dicembre 2023 ha un valore nominale di un milione e 225mila euro. L’offerta minima, da presentare entro l’8 agosto, ammonta, come ha precisato il curatore fallimentare Pier Franco Savoldi, a un milione e 200mila euro. Questo perché la curatela ha già in mano un’offerta di acquisto cauzionata per quella cifra e non saranno ammesse offerte inferiori, con la possibilità di rilancio minimo di 25mila euro.

Il ramo d’azienda, che fino a ottobre viene concesso in affitto alla Plan 1800, comprende: le seggiovie tra quota 1.200 e quota 1800, gli automezzi, le attrezzature, gli uffici, il marchio, oltre a due rapporti di lavoro subordinato. L’esame telematico delle offerte avverrà il 9 agosto e l’aggiudicatario dovrà versare il saldo entro il 31 dicembre.

La srl Montecampione Ski area venne fondata nel 2012 e nel 2016 venne acquistata dalla Misa di Stefano Iorio. Dopo le chiusure degli impianti dovute alla pandemia e dopo vari tentativi di ricapitalizzazione, nel 2022 l’azienda è passata ai nuovi investitori della Special situation.

In questi anni una buona notizia è però arrivata a Montecampione: la firma del Patto territoriale da parte di Regione Lombardia, che prevede la realizzazione entro la fine del 2024 di una serie di interventi all’impianto “Dosso delle Beccherie” all’impianto “Secondino Monte Splaza e all’impianto “Longarino Monte Splaza”, con la sostituzione degli attuali impianti con la nuova seggiovia quadriposto.

Il Comune di Artogne e la Comunità Montana di Valle Camonica concorrono al cofinanziamento per 5,6 milioni di euro, mentre Regione Lombardia mette i restanti 7,5 milioni circa. Il Patto è stato sottoscritto anche dai Comuni di Darfo Boario Terme, Gianico, Pian Camuno e Rogno.

Stato di agitazione e sciopero degli straordinari alla Cissva

Stato di agitazione e sciopero degli straordinari alla Cissva

Stato di agitazione alla Cissva: l’assemblea dei lavoratori ha proclamato lo sciopero degli straordinari e di tutte le flessibilità in materia di orario di lavoro. Lo hanno comunicato le Rsu del Caseificio Cissva di Capo di Ponte, che conta in tutto 24 addetti, Fai-Cisl Brescia e Flai-Cgil Vallecamonica-Sebino dopo che, durante l’assemblea con i lavoratori, hanno registrato “la totale assenza di risposte in merito alle richieste avanzate per il rinnovo del contratto di secondo livello”, come spiegano in una nota.

Si legge inoltre: “Negli ultimi due anni c’è stata una forte riduzione del personale decisa unilateralmente dall’azienda attraverso licenziamenti e mancate sostituzioni. Questo ha provocato un aumento dei carichi di lavoro. Ad oggi il piano di rilancio promesso ha provocato una riduzione significativa dei soci conferitori e dei dipendenti della cooperativa”.

Rsu e sindacati evidenziano l’assenza di relazioni sindacali serie, con l’impossibilità, a distanza di mesi dalle diverse richieste inoltrate, di avere un semplice organigramma. Nel comunicato viene rimarcata la mancanza di risposte alle istanze di Rsu e sindacato sui temi legati “all’organizzazione del lavoro e il disconoscimento di norme contrattuali basilari quali la gestione condivisa e non unilaterale dell’orario come prevede il contratto nazionale”.

Sottolineato infine il fatto che il premio di produzione in Cissva non viene rinnovato da anni e ciò ha causato crescenti ed evidenti disparità per i dipendenti del caseificio, in confronto a quelli di altre cooperative del medesimo comparto.

Dalla Regione 8,5 milioni per la linea Brescia Iseo Edolo, la priorità è la sicurezza

Dalla Regione 8,5 milioni per la linea Brescia Iseo Edolo, la priorità è la sicurezza

Con il recente assestamento di bilancio, Regione Lombardia ha avuto modo di incrementare le risorse destinate alle infrastrutture della mobilità con una cifra che si aggira attorno ai 90 milioni di euro. Una parte di queste risorse, 8,5 milioni di euro, sarà destinata a Ferrovie Nord per la linea ferroviaria Brescia-Iseo-Edolo.

Nel dettaglio: 4,5 milioni verranno utilizzati per la messa in sicurezza della tratta dal dissesto idrogeologico, mentre altri 4 – come spiegato dal consigliere regionale di Fratelli d’Italia Diego Invernici – saranno destinati a Ferrovie Nord per l’acquisizione di un nuovo spazio da adibire a deposito, così da riqualificare l’area vicina alla stazione di Pisogne.

Il cantiere-deposito di Ferrovie Nord crea da sempre problemi, non solo estetici, soprattutto ai residenti della zona, con rumori, polvere e movimenti anche notturni. Lo stanziamento regionale servirà all’azienda per l’acquisizione dell’area ex Ols, non troppo distante dalla stazione, ma fuori dall’abitato, in cui trasferire il deposito, nell’ambito di un progetto di sviluppo messo in atto da una cordata di imprenditori camuni, che ha lavorato in questi mesi con FNM e Regione per la definizione dell’accordo, insieme ai Comuni di Pisogne e Costa Volpino. La prossima destinazione dello spazio che si libererà vicino alla stazione non è ancora stata definita.

Anche l’Asst Valcamonica parte lesa nell’inchiesta della Guardia di Finanza di Modena su una maxi truffa

Anche l’Asst Valcamonica parte lesa nell’inchiesta della Guardia di Finanza di Modena su una maxi truffa

Ha coinvolto anche alcune strutture ospedaliere della provincia di Brescia, tra cui Esine (ma anche Manerbio), ora parte lesa, l’inchiesta della Guardia di Finanza di Modena su una maxi truffa ai danni della sanità pubblica che ha portato all’arresto, con ordinanza di custodia cautelare in carcere, di tre persone ritenute responsabili di associazione per delinquere finalizzata alla commissione dei reati di turbata libertà degli incanti, frode nelle pubbliche forniture. La Finanza ha inoltre sequestrato anche 710mila euro che erano stati trasferiti ad altre società, per cui si ipotizza il reato di autoriciclaggio.

Al centro dell’indagine una cooperativa sociale di Sassuolo, in Emilia Romagna, i cui gestori, direttamente o attraverso prestanome, avevano costituito delle altre cooperative che impiegavano per presentare offerte coordinate per ottenere appalti per la fornitura di personale medico e infermieristico in strutture sanitarie pubbliche di tutt’Italia.

Dalle indagini è emerso che, oltre a falsare la gara d’appalto, la coop in questione non forniva praticamente mai i servizi che erano previsti dal bando. Secondo la Guardia di Finanza di Modena sono almeno tre le gare d’appalto indette da aziende sanitarie della nostra provincia vinte dalla cooperativa emiliana mai rispettate.

Una, per 93mila euro, con la Asst della Valcamonica riguardava la fornitura di personale con specializzazione in anestesia e rianimazione all’ospedale di Esine, un’altra, per 105mila euro, riguardava personale per il reparto di psichiatria, sempre di Esine. Il modus operandi era sempre lo stesso: la cooperativa allegava alla propria offerta un elenco di persone, professionisti, che avrebbero coperto i turni.

Per la Finanza in alcuni casi si trattava di nomi di fantasia, in altri di medici che non avevano titoli per lavorare in quello specifico reparto oppure di soggetti effettivamente esistenti e con le qualifiche necessarie, che mai avevano avuto rapporti di lavoro con la cooperativa emiliana e che erano ignari di figurare in quegli elenchi.

“Precarietà, poca professionalità e conflitti di interesse”: Zamenhof Art lascia il Museo di Nadro e la Riserva delle Incisioni Rupestri attaccando la Direzione

“Precarietà, poca professionalità e conflitti di interesse”: Zamenhof Art lascia il Museo di Nadro e la Riserva delle Incisioni Rupestri attaccando la Direzione

Una “situazione di precarietà” e di “mancanza di professionalità”, con episodi definiti “clamorosi” di “conflitti di interesse, di mala gestione del denaro e di danneggiamenti di rocce incise”. Non fa sconti il comunicato con cui Zamenhof Art genera un terremoto nella questione relativa alla gestione del Museo di Nadro di Ceto e della Riserva Naturale delle Incisioni Rupestri di Ceto, Cimbergo e Paspardo.

Con una lunga nota firmata da Virgilio Patarini (presidente dell’associazione), Luca Morzenti (vicepresidente) e i componenti del Direttivo (Alessandro Baito, Valentina Carrera, Graziano Filippini, Riccardo Piricò, e Sergio Scorzillo), Zamenhof Art annuncia il proprio ritiro dalla co-gestione dei servizi offerti dal Museo Didattico e dalla Riserva, in essere dal 2021.

“Fin dai primi mesi”, si legge, “dopo aver vinto il bando per la gestione in tandem con ArchExperience, era apparsa evidente la situazione di precarietà e la mancanza di professionalità da parte dell’Ente Riserva e della sua Direzione”.

Numerosi gli episodi che vengono citati dai firmatari del comunicato: da chiusure senza preavviso del Museo a pochi giorni dall’apertura di alcune mostre, a lavori annunciati e mai effettuati, passando per problemi di comunicazione con gli organi di stampa e l’allestimento di un “Percorso naturalistico” mai portato a termine. Ma Zamenhof Art cita anche la chiusura, da oltre un anno, di Area 42, ovvero lo spazio che dal 2021 era usato per allestire mostre e rassegne, il danneggiamento di due rocce di Foppe durante delle operazioni di pulizia e un bando per la gestione delle Foresterie del Museo che di fatto impediva, con una clausola, alla stessa Associazione di partecipare.

Zamenhof Art, senza troppi giri di parole, nel trovare dei responsabili di questa vicenda punta il dito contro la Direzione dell’Ente Riserva, accusandola di “boicottaggio ed ostruzionismo”. “Sorge il sospetto”, prosegue la nota, “che in tale contesto chi lavora al meglio e, nonostante gli impedimenti, ottiene risultati tangibili, dia fastidio. (…) Il buon funzionamento del Parco e del Museo probabilmente interessa solo a noi e ad ArchExperience che, a fronte di enormi sacrifici personali, ha continuato a garantire apertura, servizi, promozione ed eventi, avendo come unico sostegno economico l’incasso dei biglietti di ingresso, nonostante i circa 70mila euro di budget annuo dell’Ente Riserva provenienti dai tre Comuni su cui si espande il Parco e dalla Regione Lombardia”.

Durissima la chiusura: “Dove finiscono questi soldi? Un’idea ce la siamo fatta, ed è per questo che ci chiamiamo fuori, per non essere, anche solo moralmente, complici”. Difficile pensare che questa sfilza di accuse passerà inosservata e non causerà repliche e osservazioni. Intanto, Zamenhof Art ha preso la sua decisione, preferendo continuare le altre collaborazioni in essere al Parco di Luine a Darfo e di Carpene a Sellero.

Incidente sulla Statale 42, ferita anche una donna di 102 anni

Incidente sulla Statale 42, ferita anche una donna di 102 anni

C’è anche una donna di 102 anni tra le persone rimaste coinvolte nell’incidente stradale che ha causato lunghe code al traffico tra la Vallecamonica e l’Alto Sebino nel pomeriggio di martedì. Stando alla ricostruzione effettuata dai carabinieri della compagnia di Breno la donna, di Telgate, era a bordo di un’auto con alcuni familiari quando, poco prima delle ore 14:00, sulla Statale 42 all’altezza del Centro Commerciale Adamello, è rimasta coinvolta in una carambola insieme ad altre tre vetture.

Quattro, in tutto, le persone rimaste ferite: una donna di 63 anni e due uomini di 31 e 56 anni, oltre all’ultracentenaria, che è stata trasportata all’ospedale di Esine per le cure del caso, anche se fortunatamente non sarebbe in pericolo di vita, così come gli altri feriti. Sul posto, due ambulanze, una della Croce Rossa e una di Camunia Soccorso. A risentire, come detto, il traffico in zona, con il tratto interessato dall’incidente rimasto chiuso per un paio d’ore.