Cerveno, 24 febbraio 2024. Fuori piove a dirotto. Nella Parrocchiale di San Martino il clima è raccolto. Enti pubblici, finanziatori, sponsor privati, portavoce della Diocesi, restauratori. Ci si alterna al microfono. La chiesa è gremita, il pubblico ascolta con attenzione i vari passaggi, desideroso di ammirare poi con i propri occhi la rinnovata bellezza di quest’opera del Settecento: le Capèle del Santuario della Via Crucis.
Come sottolinea Don Giuseppe Franzoni: “Un bene così straordinario non è solo dei Cervenesi, ma della Valle Camonica”. Un tema che emerge più volte nel corso della serata. Questa perla artistica è infatti spesso associata ai ricordi delle persone, di Cerveno e non. Ricordi, esperienze, tappe di vita. Un po’ come le stazioni del Cristo che ascende il monte della Passione, ora in vesti più vivide e sgargianti. Intense e luminose.
Del restauro si è parlato a lungo, sia negli anni di lavoro che nelle ultime settimane. Radio Voce Camuna ha dedicato ampio spazio a questa lunga inaugurazione, suddivisa in ben tre eventi dal taglio spirituale. Ci sembrava però doveroso essere presenti anche di persona, proprio al culmine delle celebrazioni. Per poter cogliere dal vivo non solo la bellezza del restauro, ma soprattutto l’amore di una comunità verso l’opera che, forse più di tutte, la rappresenta.
Un amore, quello dei Cervenesi verso le Capèle, che è stato supportato anche da lontano. Al termine della presentazione, Don Giuseppe, rimarcando la soddisfazione di essere arrivati alla fine di questo lungo e impegnativo percorso, ha ringraziato – fra sponsor, Enti e quanti, a vario titolo, hanno contribuito – alcuni compaesani lontani. Tra le donazioni ce ne sono che vengono da fuori valle, anche dalla Sicilia.
Come ha spiegato Luca Rinaldi, dalla Soprintendenza alle belle arti di Brescia e Bergamo, quello dei Monti di Pietà è un patrimonio identitario lombardo. L’espressione di un territorio. Le fotografie e il video di Davide Bassanesi, proiettati nel corso della serata, hanno permesso di cogliere chiaramente la differenza tra il “prima” e il “dopo”, in particolare per quanto riguarda la brillantezza e i toni dei colori.
Un totale di 198 sculture che, come ha raccontato ai nostri microfoni Luciano Gritti, restauratore, hanno coinvolto profondamente gli addetti ai lavori. In termini di tempo e di emozione, del giusto grado d’empatia richiesto. Per riportare alla luce i colori originali serviva procedere con cautela, facendo attenzione a non intaccare le tinte del Settecento. Serviva rimuovere le coperture date da interventi del passato, delle ridipinture eseguite con un legante “oleoso”, lo stesso delle policromie originali. Un’accortezza che porta dritta all’augurio: che quanto si vede ora non sia un’opera restaurata, bensì un santuario vero e proprio. Luogo di fede e devozione.
E la dedizione dei restauratori devono averla apprezzata anche i Cervenesi, gli stessi che dopo una fase iniziale di riservatezza hanno mostrato la loro capacità di vicinanza. “Ci portavano casoncelli, le prugne…” riporta con emozione Gritti. Il legame della comunità verso l’opera è ricordato anche dal Sindaco, Marzia Romano. Un legame fatto di profondità e amore, ricordi personali indissolubilmente intrecciati con le vicende legate al Santuario.
Del resto, è proprio l’amore a farsi ancora più luminoso e vivido nelle Capèle restaurate. Come esplicita Mons. Tremolada, Vescovo di Brescia, dall’opera emergono due aspetti legati a questo sentimento. Il primo è infatti l’amore verso la propria terra, quello espresso dagli artisti che hanno ritratto la propria gente. Dai volti prendono vita le diverse identità, le personalità di chi, così facendo, è entrato nella grande scena della Via Crucis. E poi c’è l’amore per il Cristo: un amore che è espressione di fede: “Si coglie bene come il segreto della passione non sia la sofferenza, ma l’amore fino alla morte”.
Troppi gli interventi della serata per riportarli tutti. Le lettere arrivate da Regione Lombardia, le parole dei rappresentanti della Provincia, della Comunità Montana, di Fondazione Cariplo. Quelle degli sponsor, di chi ha seguito i bandi e di chi ha sostenuto il progetto nel suo complesso. Amore, colore, luce. Identità, territorio, comunità. Ecco le tinte di queste Capèle fresche di un restauro tanto lungo quanto atteso. Un’opera da ammirare e forse soprattutto da vivere. Da fare nostra con gli occhi del cuore.
Durante la prossima puntata di VocePRESENTE (in onda venerdì primo marzo, dopo le 10 di mattina), sarà possibile ascoltare in integrale le interviste a Mons. Pierantonio Tremolada, al Sindaco Marzia Romano, al Parroco Don Giuseppe Franzoni e al restauratore Luciano Gritti. Il podcast della puntata sarà disponibile dopo la messa in onda, sulla pagina della trasmissione.
Per approfondire:
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