È uscito alla vigilia di Pasqua, edito da il Mulino, il nuovo volume a cura della studiosa camuna d’adozione Virtus Zallot dal titolo “Un Medioevo di abbracci”. La docente di Storia dell’arte medievale all’Accademia di Belle Arti Santa Giulia di Brescia va a completare così una trilogia, dedicata a funzioni e significati sociali e culturali delle estremità del corpo nell’immaginario medievale, avviata dal saggio “Con i piedi nel Medioevo” (2018) e proseguita con “Sulle teste nel Medioevo” (2021).

Nel nuovo studio troviamo abbracci – non solo d’amore, non solo umani, come si legge nel sottotitolo – nell’arte e nella letteratura del Medioevo, dove sono gesti eloquenti ed eclatanti, poiché in tale epoca, e ancor più nel suo immaginario, il linguaggio corporeo integrava fortemente, e spesso sostituiva, le parole.

“Pur messi in scena entro contesti apparentemente lontani, gli abbracci medievali sono una sorta di specchio entro cui osservarci, scoprendo che ci appartengono e parlano di noi” afferma l’autrice presentando la sua ultima fatica.

Tra le opere citate e analizzate nel testo, ne compaiono anche alcune conservate negli edifici sacri della Vallecamonica: dalla Madonna della Misericordia rappresentata nella Chiesa di Santa Maria della Consolazione a Prestine, alle Storie di San Sebastiano, opera del Da Cemmo conservata Chiesa di San Lorenzo a Berzo Inferiore, fino alla Madonna della tenerezza, sempre del Da Cemmo, visibile nella Chiesa di Santa Maria a Esine (foto).

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