Prosegue il nostro viaggio attraverso le principali parrocchie della Vallecamonica in questo momento particolare, in cui i sacerdoti e i fedeli hanno visto sospese tutte le attività e celebrazioni, perdipiù in tempo di Quaresima e, ormai, pasquale.

A inviarci il suo contributo dall’alta Valle è don Simone Ziliani, da qualche mese parroco di Malonno, Paisco, Loveno e Grumello.

Il giovane sacerdote si sofferma soprattutto sulla gestione delle parrocchie e dell’oratorio. Le nuove tecnologie sono d’aiuto e tutte le celebrazioni – rigorosamente senza la presenza di fedeli, se non lo stretto necessario per il loro degno svolgimento – vengono trasmesse in diretta sul canale You Tube dell’Oratorio Mons. Rodondi e su Facebook.

“Stiamo vivendo il tempo difficile di questa epidemia e le nostre attività parrocchiali di oratorio sono sospese, le celebrazioni liturgiche sono a senza la presenza del popolo, e questo è motivo di tristezza: il non poter partecipare alle sante messe nella propria chiesa parrocchiale, non potersi ritrovare, manifestarsi come comunità, è visto come una prova, un sacrificio grande” afferma don Simone.

“Attraverso i mezzi di comunicazione cerchiamo di raggiungere ogni giorno tante famiglie con la celebrazione della messa al mattino e con la preghiera del Santo Rosario al pomeriggio. Oltre a questo viene inviato un video con una piccola riflessione con un impegno che raggiunga non solo gli adulti, ma anche i bambini e ragazzi che non possono frequentare il catechismo“.

Don Simone passa poi al senso di comunione tra i parrocchiani: “Anche se non possiamo vederci e se non possiamo partecipare fisicamente alla vita delle nostre parrocchie, vogliamo sentirci comunque comunità. Accade anche quando accompagniamo al cimitero tanti fratelli e sorelle che non possono essere accompagnati dalla preghiera della comunità che è presente, che è intorno a questi fratelli e sorelle.

“E’ un momento particolare, ma cerchiamo di viverlo con grande speranza, portando in tutti la gioia del camminare insieme, del sostenersi, per sentirsi fratelli e sorelle. Con l’augurio che questo tempo passi presto e possiamo ritornare a frequentare le nostre chiese con più fede e con più gioia” rassicura infine.

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