Il Consiglio regionale ha approvato la nuova legge regionale che, recependo le indicazioni legislative nazionali, stabilisce le modalità di assegnazione delle grandi concessioni idroelettriche e indica le procedure con le quali la Regione effettuerà l’assegnazione delle concessioni alla loro scadenza.

La legge definisce anche i valori dei canoni fissi (35 euro al kW) e dei canoni variabili in base alla produzione di energia (il 2,5%). Canoni che la Regione, proprietaria degli impianti, girerà poi ai territori. La Vallecamonica, con 86 concessioni, è l’area più sfruttata dal punto di vista idrico in Lombardia.

Il territorio camuno potrà investire risorse ingenti, stimate in almeno 6 milioni di euro l’anno, ovvero l’80% degli 8.700.585 euro (comprensivi anche delle poche centrali bergamasche) del canone demaniale che la Regione riscuote sulle grandi derivazioni, superiori ai tremila kilowatt, e sulle piccole, fino a tremila.

La norma nazionale parlava nella misura del 60%. Ma il Consiglio,con un emendamento condiviso da tutti i gruppi, ha portato la quota all’80%. E, con un ordine del giorno sottoscritto dalla consigliera bresciana Claudia Carzeri, si invita la giunta ad arrivare al 100%, come in Valtellina.

Per Francesco Ghiroldi e Floriano Massardi, consiglieri regionali della Lega e firmatari di alcuni emendamenti approvati, “Viene resa giustizia ai territori di montagna, che soffrono lo svantaggio cronico di servizi. Da ciò derivano tutta una serie di problemi seri, fra cui la difficoltà di fare impresa e lo spopolamento. Questo è il motivo per cui è fondamentale che le comunità di montagna possano godere a pieno dei benefici di una delle poche risorse di cui dispongono, ovvero l’acqua”.

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