Il 4 luglio 2020 si sarebbero dovuti celebrare i cento anni dalla nascita di Giacomo Mazzoli, senatore delle Vallecamonica e figura di riferimento per il territorio, fino alla sua scomparsa, avvenuta il 23 maggio 1983. L’Associazione Gente Camuna, di cui Mazzoli fu promotore e primo presidente nel 1967, aveva iniziato già nei primi mesi dell’anno ad organizzare alcune iniziative in vista di questa importante data, in collaborazione con il Circolo di Zurigo, presieduto da Emilia Zina.

La pandemia ha però fermato tutto, costringendo gli organizzatori a rimandare –si spera il prima possibile- tutte quelle attività che avevano in mente per ricordare una tra le figure più importanti della politica valligiana e fondamentale allo sviluppo del territorio, in particolare modo per quanto riguarda il settore dell’istruzione.

L’intervista di Gianmario Martinazzoli a Nicola Stivala

Mazzoli fu però anche molto attivo sul fronte degli emigrati camuni, a cui si rivolge il notiziario di Gente Camuna, scaricabile dal sito internet www.gentecamuna.it. Gianmario Martinazzoli, direttore responsabile della redazione di Radio Voce Camuna, ha intervistato Nicola Stivala, attuale presidente dell’associazione nonché uomo di scuola, che ha voluto ricordare la figura di Mazzoli.

Il 2020 è trascorso senza alcun evento celebrativo in ricordo di Mazzoli, che però resta una figura di rilievo nella Storia della nostra Valle…

“Già dai primi mesi dell’anno scorso, si erano avviate insieme al Circolo “Gente Camuna” di Zurigo ed alla presidentessa Emilia Zina le iniziative per ricordare, il 16 maggio, i 50 anni attività del circolo, ricorrenza che ricorreva con i 100 anni della nascita di Mazzoli, ma anche con l’anniversario della sua scomparsa.

Con il direttivo avevamo programmato di utilizzare questo evento per richiamare alla memoria il fondatore di Gente Camuna e primo presidente. Le restrizioni imposte dalla pandemia ci hanno impedito di dare seguito a questo nostro proposito, che speriamo di attuare non appena sarà possibile.

Il senatore Mazzoli è certamente uno dei personaggi che ha segnato la vita politica della Vallecamonica nel secolo scorso. La non facile esperienza della Resistenza, vissuta nella Brigata Fiamme Verdi ‘Tito Speri’, certamente contribuì a rendere più forti quei principi cristiani e valori di libertà, giustizia e solidarietà a cui la sua famiglia lo avevano educato e che non furono estranee alle sue successive scelte politiche.

Dopo alcune esperienze politiche nel suo paese natio, fin dalle campagne elettorali del 1946 e 1948, si mostrò attivo e partecipe al dibattito, o meglio, scontro tra le due ideologie che allora si contrapponevano: quella cattolica e quella comunista. Senza mai venire meno ai suoi impegni scolastici di docente prima, e poi di presidente dell’Istituto Magistrale di Breno, svolse importanti incarichi elettivi.

Fu consigliere e poi assessore provinciale, consigliere della Dc nel Comune di Breno, presidente del Consiglio di Amministrazione della Comunità di Valle (sorta per la gestione dei sovraccanoni idroelettrici che poi divenne il Bim) e nel 1968 senatore della Repubblica, carica a cui fu rieletto nelle successive legislature, con l’aggiunta di importanti incarichi di Governo, come il sottosegretario di Stato per l’Industria, il Commercio e l’Artigianato e per la Pubblica Istruzione.

Questi incarichi lo tennero impegnato a Roma per circa quindici anni. Questo, però, non gli impedì mai di rendersi disponibile alle esigenze del territorio e della sua popolazione, a cui si dedicava nel suo ufficio nella sede del Bim ogni fine settimana.

L’interesse per i problemi della montagna fu poi il filo conduttore della sua azione politica, e ne è testimonianza l’incarico di relatore della legge che istituì le Comunità Montane. Rimane nella sala delle riunioni del Bim il suo busto, che unicamente a quello del senatore Angelo Cemmi, altra figura di rilievo della vita politica valligiana, si spera riescano con il loro sguardo a trasmettere con la passione politica anche l’amore per la propria terra”.

Qual è la nota caratteristica del suo impegno?

“Ricordo alcune note dell’elogio funebre tenute dal presidente del gruppo Dc del Senato Giorgio De Giuseppe, a Breno, nella sede del Bim: evidenziava, tra le altre peculiarità del senatore Mazzoli, la prudenza e la generosità con cui affrontava gli impegni che gli venivano assegnati, ma anche il suo temperamento cordiale, rispettoso delle opportunità altrui e delle loro opinioni degli avversari, mai ritenuti nemici, insofferente ad ogni banalità, impegnato nella ricerca di risposte valide per le varie questioni e particolarmente attento alle esigenze popolari e specialmente a quelle classi sociali più deboli e bisognose.

Si spiegano così le tante iniziative a favore degli emigrati, trovando notevole supporto in numerosi sacerdoti del tempo (tra cui don Giovan Maria Spiranti, don Carlo Comensoli, don Battista Polonioli e don Girolamo Morelli) ed in Enrico Tarsia il suo braccio operativo”.

Mazzoli è stato anche uomo di scuola…

“E’ nato a Ceto, da una modesta famiglia. Il padre Francesco è muratore: da lui ha forse appreso l’arte di costruire, se non case e muri, forse quella ben più difficile ed impegnativa di una società nuova dopo la tragica esperienza della guerra.

Le tante difficoltà che la famiglia incontrò per consentirli il percorso degli studi e la Laurea in Lettere, hanno inciso non poco nell’impegno con cui da amministratore si è interessato al problema dell’educazione e della formazione dei giovani della Valle, convindto che ogni uommo può contribuire alla crescita ed allo sviluppo della comunità e quindi della Nazione.

Orientò tutta la sua attività politica negli enti valligiani e nella Provincia di Brescia, per far crescere l’offerta formativa della Valle. Nel 1955, infatti, in tutto il territorio c’erano sette scuole medie o di avviamento professionale e due scuole superiori (l’Istituto Professionale ed il liceo classico a Breno); dieci anni dopo le scuole medie divennero ben ventotto ed alle scuole superiori si aggiunsero, a Breno, l’Istituto Magistrale ed il Liceo Scientifico, l’Istituto Professionale per il Commercio (con sezione staccata ad Edolo, dove ebbe sede anche la Scuola Professionale); a Darfo l’Istituto Tecnico per Geometri e Ragionieri e l’Alberghiero.

Altro importante progetto a cui Mazzoli dette un concreto contributo fu l’attivazione dei collegi ad Edolo, Breno e Darfo, tutti gestiti dal Bim, per consentire o agevolare la frequenza delle scuole superiori a tanti studenti che provenivano da altri Comuni o anche -come nel caso della Scuole Forestale di Edolo- da altre province o regioni”.

Il Bim di Breno, all’interno del quale l’Auditorium è stato intitolato nel 2002 a Giacomo Mazzoli

Fu molto attento al mondo degli emigranti: basterebbe pensare all’associazione Gente Camuna ed al lavoro svolto in questi decenni…

“Il 27 aprile 1967, a Breno fu sottoscritto l’atto costitutivo dell’Associazione; ad esso era allegato lo statuto che, all’articolo 2, indicava obiettivi e finalità, ovvero svolgere la più ampia opera di assistenza morale e materiale e di preparazione sociale, professionale e culturale a favore degli emigati camuni, residenti in altre Regioni o all’estero, e dei camuni che intendevano emigrare.

Parole che esprimono nella loro chiarezza l’attenzione verso chi ha affrontato o sta per affrontare situazioni di disagio, vissute nella solitudine e nel disinteresse, e che testimoniano l’encomiabile percezione di una responsabilità più ampia a cui voler dare concretezza.

Ma quello che più conta è che a queste parole, coerentemente, sono seguiti atti concreti; sia con la richiesta da parte di Mazzoli che il Parlamento emanasse leggi di garanzia sociale dei nostri emigrati e di reciprocità nei diritti tra i cittadini di Stati differenti, ma anche con la sua presenza o quella dei suoi collaboratori negli incontri con gli immigrati che i circoli nel frattempo costituitesi in Svizzera promuovevano. Va ricordato anche che già nel 1961 il mensile Gente Camuna raggiungeva in tutto il mondo i nostri emigrati e che con l’articolo di fondo, puntuale mese dopo mese, la sua voce testimoniava la sua vicinanza”.

Qual è l’insegnamento principale che Mazzoli ci ha lasciato e che resta ancora oggi?

I segni sono tanti, alcuni riguardano il modo in cui ha svolto la sua attività politica ed amministrativa, dedicandovi tutto il suo impegno con onestà e disinteresse personale. Che questi segni siano ancora tangibili nel nostro tempo è difficile dirlo.

Il succedersi delle generazioni ed i mutamenti sociali richiedono forse metodi nuovi nella gestione della cosa pubblica; i social hanno soppiantato purtroppo quel rapporto personale che per il senatore Mazzoli era indispensabile. In quelli non più giovani e che lo hanno conosciuto sono certo che quei segni e quei comportamenti hanno lasciato tracce profonde, ma voglio sperare non soltanto in loro”.

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