Da cinque anni a quattro anni ed otto mesi e l’assoluzione di uno dei cinque capi d’imputazione: con questo piccolo sconto di pena si è concluso il processo di appello bis, disposto dalla Cassazione, a carico di don Angelo Blanchetti, ex parroco di Corna di Darfo accusato da un ragazzo 18enne di averne abusato sessualmente quando questo, all’età di 14 anni, frequentava la canonica per un corso di avvicinamento al battesimo tenuto dal parroco.

Al processo d’appello bis si è giunti dopo l’annullamento con rinvio della sentenza dei giudici di appello bresciani emessa l’anno scorso: l’avvocato difensore del sacerdote, nel ricorso, aveva evidenziato come non fossero state indagate le capacità di intendere e di volere del 18enne e che la perizia genetica sulla coperta che secondo giovane sarebbe stata usata per i rapporti avesse dato esiti contrastanti con la sua versione.

Secondo il perito della Corte il giovane era capace di intendere sia quattro anni fa che oggi, mentre secondo la consulente della difesa non si può stabilire se il giovane lo fosse anche all’epoca dei fatti. Argomenti, questi, che non hanno superato il vaglio della Corte d’Appello: non solo il racconto della vittima, ma anche il materiale trovato in una cassaforte a disposizione del parroco puntellano l’accusa. Per Paolo Botticini, avvocato di Blanchetti, non è escluso che si possa tornare in aula, dopo aver letto le motivazioni, che saranno pubblicate entro sessanta giorni. Blanchetti, intanto, si trova da tre anni e mezzo ai domiciliari.

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