Le notizie che non vorresti mai scrivere (né leggere). Gian Mario Martinazzoli ci ha lasciati. Nato il primo giorno dell’anno 1950 nel piccolo borgo di Grevo di Cedegolo, ha abbandonato questa terra in punta di piedi, come d’altra parte era nel suo modo di fare, nella notte tra lunedì e martedì.

Una morte improvvisa che non ha dato il tempo di elaborare la notizia a noi che con lui, direttore di Radio Voce Camuna dalla metà degli anni ’80, avevamo condiviso un bel po’ di strada e che ci aveva insegnato tanto.

L’informazione locale era da sempre il fulcro della sua professione, pur avendo avuto un passato come insegnante di educazione fisica alle medie. A contraddistinguerlo, la passione nel raccontare la sua Vallecamonica, terra in cui aveva scelto di rimanere, pur non essendogli mancate, nel corso della carriera, svariate occasioni che avrebbero potuto farlo trasferire in città per ricoprire incarichi di spessore.

In radio arrivava al mattino presto, leggeva i giornali con attenzione, si informava attraverso l’enorme rete di conoscenze che negli anni aveva tessuto, sempre con il rispetto delle idee altrui e senza essere invadente né morboso nel raccontare i fatti. Non amava occuparsi di cronaca, sempre restìo a mettere il naso – e la penna – in situazioni delicate. Preferiva seguire la vita amministrativa dei paesi, di cui aveva ben impressi i risvolti, oppure occuparsi di cultura locale. Conosceva come pochi altri il patrimonio artistico del territorio, dalle incisioni fino a Franca Ghitti, passando dal Romanino e dall’architettura delle chiese, e lo sapeva raccontare con precisione.

Da sempre guidato da una profonda e sincera fede, era in stretto contatto con i parroci camuni, per i quali era un punto di riferimento, e con le strutture diocesane. A lungo collaboratore del settimanale La Voce del Popolo, si impegnava anche nella stesura di Lettere dall’Eremo e nella cura di articoli per i bollettini parrocchiali.

Scriveva a mano, Gian Mario, appena trovava un foglio e una penna nel taschino della giacca. Appunti che poi trasformava in articoli per la radio, per il Giornale di Brescia, dove si firmava “gmm” e per Teletutto. La sede di Breno dell’emittente bresciana condivide gli uffici con la radio, e Gian Mario si divideva, in base agli impegni, tra uno studio e l’altro. Inseparabile da Fabrizio Prestini, suo operatore fedele e braccio destro immancabile, i due partivano insieme, come hanno fatto fino all’altro ieri, per seguire le conferenze stampa e gli eventi sul territorio.

Dotato di un umorismo sottile, Martinazzoli non mancava di sorprendere chi incontrava con una delle sue battute. Magari sfoderando una citazione in latino che lasciava di stucco il suo interlocutore. Ma era il suo modo di fare, e anche oggi, ci ha lasciati così, senza parole, quando le cose da dire sarebbero ancora tante.

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