Domenica tutti i locali che ospitano i servizi della Pia Fondazione di Vallecamonica Onlus a Malegno saranno sottoposti a operazioni di sanificazione grazie all’intervento che Ats della Montagna sta attuando insieme a Protezione Civile Ana ed Esercito, per la precisione i militari del 7º Reggimento difesa CBRN “Cremona”, reparto specializzato nella difesa nucleare, biologica e chimica (CBRN-E).

A tal proposito – anche per parlare di una possibile ripartenza dei servizi e delle misure che la struttura dovrà attuare per tornare ad aprire completamente il Centro diurno integrato, il Centro Diurno per Persone Disabili, il Centro riabilitazione e i vari settori dedicati all’età evolutiva – abbiamo contattato la direttrice della Pia Fondazione Rossella Zanotti.

Parlando della sanificazione afferma: “E’ davvero un grosso regalo quello che ci faranno nella giornata di domenica per preparare ambienti in grado di accogliere, speriamo molto presto, gli utenti diurni di Pia Fondazione”.

Com’è stata la gestione allo scoppio dell’emergenza, come avete vissuto questi due mesi di lockdown?
“E’ stato un periodo molto difficile, complesso nella gestione. Ricordiamo che dal 10 marzo tutti i servizi diurni e ambulatoriali di Pia Fondazione sono stati chiusi e ci siamo trovati a dover gestire l’emergenza per una trentina di persone, tra disabil e anziani, che vivono all’interno della struttura usufruendo dei servizi residenziali. E’ stata riscontrata qualche difficoltà, soprattutto perchè il target di cui parliamo è un target che presenta forti fragilità, e inizialmente mancavano linee guida, essendo arrivato per tutti all’improvviso questo “tsunami”. Siamo arrivati anche alla gestione di casi di Covid con ospedalizzazione, e quindi con tutta una difficoltà dal punto di vista sanitario”.

Ora come vi state riorganizzando per una ripartenza in tutta sicurezza, avete dei protocolli?
“Noi stiamo lavorando da tempo in vista della riapertura perchè è stato necessario rivedere procedure e protocolli che dovranno essere rispettati anche da chi verrà da fuori ad usufruire di tutti i servizi di Pia Fondazione. Siamo in attesa che Regione Lombardia emetta i suoi protocolli applicativi, che dovranno coincidere con quelli da noi predisposti. Ci auguriamo che questo avvenga il prima possibile perchè in questo momento siamo consapevoli di non poter rispondere a grossi bisogni da un punto di vista socio-sanitario e socio-assistenziale del nostro territorio. Pensiamo a tutti quei disabili che sono a casa da più di due mesi e che non possono nè godere della compagnia dei compagni nè usufruire delle attività educative dei nostri enti, e pensiamo anche a tutti quegli anziani che non stiamo accogliendo”.

Lei come la vede questa possibile riapertura?
“Non sarà facile in considerazione del fatto che il nostro target è molto fragile anche nel poter rispettare quelle che sono le regole di base: i disabili potrebbero far fatica a capire e a mantenere regole come l’uso della mascherina e il distanziamento. Ma stiamo già lavorando a distanza con i ragazzi a casa, ad esempio sull’uso della mascherina, e i risultati sono buoni, quindi siamo fiduciosi su quella che sarà una ripartenza complessa ma che, dal nostro punto di vista, ora si rende veramente necessaria”

Per far sì che tutto ciò avvenga c’è un grande lavoro di squadra da parte di tutto il personale della Pia
“Sicuramente. Già in questi due mesi di chiusura e di preparazione il personale si è adoperato non solo a lavorare per la riapertura, ma anche per quei servizi residenziali che sono stati sempre aperti e che hanno presentato delle grosse complessità, per cui mi sento di ringraziare anche il coraggio e la dedizione di chi è sempre stato sul campo e ha sempre lavorato, andando incontro anche a tutti quei rischi che purtroppo conosciamo”.

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