Quella che per ora è solo una suggestione piace a molti e ben si inserirebbe nell’idea di un’edizione all’insegna della rinascita. Stiamo parlando del Giro d’Italia 2020, le cui nuove date sono state finalmente comunicate nei giorni scorsi: la 103esima edizione si terrà dal 3 al 25 ottobre.

Mentre si discute sulla sovrapposizione del Giro con le altre grandi classiche in Europa, c’è chi pensa che l’edizione 2020 (anticipata in questi giorni da una versione virtuale che vede i corridori gareggiare da casa) possa rendere omaggio alle zone più martoriate dalla pandemia in Italia.

Dal momento che le tre tappe ungheresi che avrebbero dovuto aprire il Giro sono state annullate, l’idea che circola è quella di sostituirle con un tracciato che passi per la Lombardia ed il Veneto e le zone più colpite dal virus: tra queste, Brescia, ma anche Bergamo e la Valseriana, Codogno e Vò Euganeo.

Difficile pensare ad un arrivo di tappa a Brescia, ma c’è chi spera almeno in un passaggio e, perché no, in un arrivo sul lago di Garda, solitamente impossibile in primavera a causa dell’alto afflusso di turisti che rende difficile la logistica. Eppure, far partire il Giro là dove oggi ancora si soffre per le vittime di una tragedia senza precedenti, potrebbe davvero essere un segnale di incoraggiamento.

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